martedì 25 gennaio 2011

Emittenti Radiofoniche locali

Radio Mazara International, dice il giornalista Salvatore Giacalone, è nata come emittente sportiva. Il locale era ubicato in via Vittorio Veneto in una stanza sopra il negozio della “Maison de la Musique” di Natale Curti. Ogni domenica, specialmente quando il Mazara giocava fuori casa, siamo negli anni ’70, la città era sintonizzata sui 92, 6. Il successo spinse Carmelo Curti (figlio di Natale) a fare un passo in avanti ed assieme ad Emilio Patrì ci fu il trasloco in via Castelvetrano in ampi locali, molto frequentati da giovani e meno giovani. Il sottoscritto iniziò a trasmettere i notiziari in diretta alle 7, 30, una seconda edizione alle 14. Mi collaborava Adriana Casubolo e qualche altro giovane. La programmazione prevedeva una varietà di appuntamenti: dalle “dediche” di Tony e Anna, alla musica by night del compianto Nicola Noce, poi la rubrica delle poesie, in serata i due “monelli” Zenone e Andy e c’era anche il programma mattutino della domenica “boomerang” che conducevo insieme a Gabriella e suo marito Nicola che abitavano nel palazzo dove trasmetteva la radio. Famosa poi, nel periodo natalizio, era la “tombola” condotta da Emilio Patrì. Era una festa. Un vortice di idee e di novità nella programmazione, si arrivò, perfino, a trasmettere un “giallo” notturno, inventato dal sottoscritto insieme a Nicola Noce che fungeva da intervistatore. Uno spazio notturno tra musica ed intrecci fantastici. Un divertimento per noi ed i radioascoltatori. E la festa è continuata per molti anni. Una esperienza unica sia lavorativa che nei rapporti umani e sociali. Poi arrivò la TV…
Una delle prime Radio "libere" di Mazara. Emilio Patrì ne fu uno dei promotori e fu la prima radio a trasmettere le radiocronache della squadra del Mazara. Tecnico era Franco Vitanza. Erano però emittenti che privilegiavano le sponsorizzazioni (speculazioni commerciali) e trasmissione per le casalinghe, più che essere impegnate nella politica o nel sociale. E trasmettevano musica più non posso, con infinite dediche.


Emilio Patrì, sul tetto dello spogliatoio, trasmette  la radiocronaca dallo Stadio Nino Vaccara


Questo adesivo fu realizzato da un progetto grafico di Ettore Romagnosi





L'emittente fu rilevata nelle indagini d'ascolto nel 1983


Radio Mazara International 101,500 Mhz - 1973

Francesco Cutaja

Hopps Hotel - Tombolissima organizzata da Emilio Patrì - Gruppo operatori R.M.I.

Nicolò Mirasolo (bidello), Maurizio Morrione, Vito Randazzo (parrucchiere), Francesco Cutaja, Maria Pipitone, Patrizia Pacetto, Peppe Ingrande, Nicola Noce, Francesco Mannone, Andrea Fiducioso, Dino Farina, Vito Ezechia, Sal Perrone, Vinicio Salvo, Claudio Bucca, Piero Campisi

Michele Lombardo (ha lavorato in questa radio, quando era in via Arturo Toscanini)

RMI fu la prima. Affiancata, dopo poco, da Radio Mazara Centrale, con sede in corso Armando Diaz, un'emittente più 'impegnata', come si diceva allora. Tra le due emittenti nacque, naturalmente, un'accesa rivalità. A quei tempi fu ' fondata pure Radio Liberty, con sede in via Salemi - circonvallazione. Vi furono altre emittenti quali: Radio Luna, Radio Antenna Sud, Radio Studio 5 e Radio Azimut che fu l'ultima che chiuse i battenti quando furono vendute le frequenze a Radio private nazionali




International Doc 7
Negli anni Novanta sono stato un collaboratore di questa emittente Radiofonica, di proprietà di Nicola Giacalone (tacchino) che pubblicava anche un giornale settimanale. La sede era ubicata in angustissimi locali di via Arturo Toscanini. Io venni chiamato per fare il capo redattore del nascente giornale il cui editore era Tacchino. Portavo con me, spesso, mio figlio Valerio che allora aveva dieci anni ma già era un informatico provetto e assieme a Tony Tumbiolo che era la colonna portante, in qualità di tecnico tuttofare, ci occupavamo dell'impaginazione. Sperimentammo il primo programma per il desktop pubishing, inizialmente messo in commercio dalla Aldus Corporation nel 1985 per Apple e l'anno successivo per MS.DOS, basato sul linguaggio per la descrizione delle pagine Post-Script sviluppato da Adobe, particolarmente adatto per pubblicazioni dal design semplice. Noi avevamo tutta tecnologia Apple. Allora a Mazara fummo i primi ad adottare quel tipo di macchine che costavano un occhio della testa. Ricordo che una stampante laser costava ben cinque milioni di allora.
In redazione c'erano Peppe Pirrello, Filippo Serra come fotografo, e tanti ragazzi tra cui Giorgio Mulè, Antonio Gebbia, ecc. Siamo stati in quel periodo un punto di riferimento importante per l'informazione locale e abbiamo fatto una serie d'inchieste che hanno dato, allora, i loro frutti. 
I politici ci temevano perchè non erano abituati ad essere redarguiti in modo pressante come facevamo noi. Spesso li vedevo alla chitichella venire a cercare Nicola, per avere primizie sulle nostre esternazioni. Fu un bel periodo che rimpiango molto. (Pino Catalano)



Altra emittente


















di Pietro Godino








Radio Azimut Network - L'ultima



Amarcord

Ultime della sera: "Musica è" (mi è piaciuto e l'ho inserito)
di Danilo Marino
Il primo programma che mi affidarono in radio si chiamava “Un ellepì al giorno”.Che se lo racconti oggi devi stare un quarto d’ora a spiegare ai millennials cos’era un Long Playing, di cui LP è l’acronimo.Allora il rapporto con la musica non era molto diverso da quello con la letteratura: non solo perché i testi erano importanti, vuoi che si seguissero i “cantautori”, termine orrendo con cui si indicavano gli autori che trovavano il coraggio di esibirsi in proprio, anche se a dispetto di una carenza di voce al limite dell’afonia o di una perizia nel suonare lo strumento non superiore alla riproduzione di un paio di accordi, sia che ti appassionassi alle grandi rock band dell’epoca, che accompagnavano la loro musica con incredibili testi, spesso chilometrici, veri e propri capolavori che si riuscivano, complice la giovane età, a mandare a memoria nonostante l’inglese forbito con cui erano vergati; anni dopo, dovendomi esprimere in inglese per lavoro, feci un figurone solo perché me ne uscii, del tutto spontaneamente, con una frase tratta di sana pianta da non so più quale pezzo dei Genesis. Gli ellepì, che giravano a 33 giri, raccoglievano più brani, di solito uniti da un filo conduttore, contrapponendosi al 45 giri, che ne conteneva solo due, di cui uno principale, l’altro relegato sul lato B, a meri fini di umile riempitivo. Naturalmente ci furono anche dei “Lato B” che riscossero successi maggiori dei lato A; il primo che mi viene in mente fu “Lugano addio” di Ivan Graziani, struggente brano melodico, mentre dall’altro lato ci stava “I lupi”, anonima canzone ritmata che nessuno ricorda, anche se Graziani preferiva passare per rocchettaro…ma sulle rivincite dei lato B, così come sul fatto che questa espressione oggi rimanda, invece, a Belen Rodriguez o Jennifer Lopez si potrebbe scrive un pezzo a parte. Ma il piccolo 45 giri era solo “carne da macello” per feste e scampagnate; soggetti a torture terribili, come il “mangiadischi”, un dispositivo portatile, o l’alimentazione automatica dei giradischi; ed, a fine festa, il conteggio dei dischi non tornava mai, dovendosi registrare diversi caduti in battaglia. Ben diverso il rapporto sacrale che si instaurava tra il long playing ed il suo proprietario che, ben presto, cominciarono a chiamarsi “album” perché contenuti non più in buste singole, ma doppie, che si aprivano a libro, con copertine che, nel frattempo, diventavano bellissime, mostrando soluzioni grafiche originalissime che, da stramberie pop di rottura dei cliché artistici dell’epoca assursero, ben presto, in numerosi casi, a capolavori assoluti, come geni indiscussi furono riconosciuti gli artisti che le crearono: solo Andy Warhol ne firmò una sessantina, una anche per la nostra Loredana Bertè. Esistevano anche album doppi, di solito quelli live, ma anche tripli o più; aprendoli, in ogni caso, si trovavano i testi, e questo rese naturale custodire gli album come fossero dei libri, sugli stessi scaffali, ed ogni tanto aprirli e sfogliarli, anche se non avevi il tempo di metterlo sul piatto: perché allora i dischi si suonavano sul piatto, come veniva professionalmente definito il dispositivo gira dischi con braccio e puntina, che veniva manovrato manualmente.
Tutto questo finì all’inizio degli anni ’80, quando fu introdotto il CD a lettura laser.
La novità portò diverse comodità, a partire dal rimpicciolimento dei dispositivi di riproduzione, nonché degli stessi supporti, che consentì, fra l’altro, la possibilità di ascoltarli in auto; un vantaggio non da poco.
Secondo gli esperti, tuttavia, qualcosa si sacrificò alla qualità del suono, motivo per cui il vinile non solo non scomparve mai completamente dalla circolazione, ma oggi è clamorosamente ritornato come fenomeno di tendenza, con tutti gli annessi e connessi, ossia gli ingombranti impianti stereo dell’epoca, piatto, amplificatore e casse, allora veri e propri status symbols, che a qualcuno piace nuovamente ostentare.
Ma ciò che veramente è tornato è il piacere di maneggiare, il disco, di estrarlo dalla busta, di soffermarsi sui testi stampati sulla stessa, di indugiare a rimirare il disegno o la foto artistica della copertina esterna ed interna: l’album era un condensato di arte musicale, letteraria e grafica; a volte apprezzabile, altre meno, si capisce.
E poi sentire il crack della puntina di diamante che impatta sui solchi, l’attesa del suono, ma anche la voglia di cambiare brano, ed allora il dover sollevare manualmente la puntina, contare gli intervalli fino al brano prescelto e riabbassarla.
Non sembri banale, questa manualità: negli ultimi tempi si evolse in una forma d’arte denominata scratching: i dee-jay cominciarono a manovrare i piatti manualmente, avanti ed indietro, all’inizio di un brano o nel bel mezzo, per creare effetti particolari o proporre ‘missaggi’ originali tra un pezzo e l’altro.
Ne scaturirono nuove forme di espressioni musicali, prima in ambito hip -hop poi in altri; Che non erano propriamente i miei, ma che non per questo sono da disprezzare, infatti sono ancora in auge.
Ma noi adoperavamo questa tecnica, quale rudimentale replay, solo per capire una parola che ci era sfuggita nel caso non si disponesse del testo scritto.
A pensarci bene, quel programma che mi affidarono non era affatto male: poter presentare un album, soffermandosi su ogni suo aspetto, anche sulla copertina, inserirlo nella storia della band, nel rapporto con la produzione precedente e successiva, analizzarne il fil rouge tra i diversi brani, quando presente, per un diciassettenne erano comunque soddisfazioni.
Ad un mio amico, in fondo, era andata peggio: gli affibbiarono il programma revival; ricordo che la sigla era “Fly Robin fly”, un pezzo da disco-music di appena 2 anni prima, che a noi sembrava un’era geologica, il che giustificava il suo uso per un programma ‘revival’.
In realtà si trattava di passare musica da balera, lisci e musica napoletana, oggi diremmo neo-melodica.
Ma l’amico, ancora oggi una delle massime autorità che io conosca in tema di hard rock e dell’allora agli esordi punk music, non si perse d’animo: affrontò il microfono emulando Lone Wolf, il mitico dee jay di “American Graffiti”, pronunciando orchestra con l’accento sulla “o” anche se doveva passare una mazurka dell’orchestra Casadei..all’inglese, manco fosse la Love Unlimited o la Electric light orchestra. Prima o poi sarebbe stato “promosso”, e lui lo sapeva; intanto si prendeva quel che veniva, senza fiatare.
Lui adesso vive ad Atlantide, con cui io definisco, con licenza di Francesco de Gregori, qualunque luogo che non sia Mazara ove sia finito chiunque abbia condiviso la giovinezza in città; ma prima fondò una rock band e so che ancora si esibisce quando può: del resto lo fanno pure i Rolling Stones, che sono molto più anziani.
Lo invidio da morire, perché musica è questo, mentre io non ho mai imparato a suonare uno strumento…forse è per questo che sono rimasto così attaccato al disco in vinile; era sempre qualcosa su cui mettere le mani.
Prendendolo rigorosamente dal bordo, guai a stamparci i polpastrelli sui bordi…roba da romperci un’amicizia risalente ai tempi dell’asilo!

mercoledì 19 gennaio 2011

Francesco Vaccaro

Campione Italiano di Kick Boxing 2012, ma anche la maglia azzurra titolare. Con la vittoria del titolo (la sesta su otto partecipazioni) Francesco Vaccaro si è guadagnato la maglia azzurra per gli Europei del 2012 e i Mondiali del 2013, che si svolgeranno a Skopje in Macedonia, dal 23 al 30 Ottobre. L'atleta mazarese si allena presso la Palestra Rendoki Dojo di Livorno diretta dal Maestro M. Rizzoli



L'assessore allo Sport Pietro Ingargiola 
... a nome dell'Amministrazione Civica, consegna un piatto ricordo, con lo stemma cittadino, come ringraziamento per l'impresa sportiva, che gratifica l'intera città 




2/5 maggio 2012 - Brasile Coppa del Mondo 
Medaglia d'Argento 




27/10/2014 - Bilbao
Il mazarese Francesco Vaccaro ha conquistato una prestigiosissima medaglia di bronzo ai Campionati Europei WAKO di Bilbao. Dopo una prima fase impeccabile l’atleta della Nazionale Italiana FIKBMS, specialità Low Kick categoria -71 kg, si è arreso in semifinale al campione in carica Edouard Bernadou. Adesso per Vaccaro è tempo di riposo prima di ripartire per preparare al meglio i vari circuiti nazionali e, soprattutto, i Campionati Mondiali in programma in Serbia l’anno prossimo.

giovedì 13 gennaio 2011

Anni Settanta Ottanta

1974
Baldo Giacalone (allenatore), Enzo Di Stefano, Roberto D'Ercole, Giuseppe Pecoraro, Enzo Frazzetta, Gaeteno Piccitto, Giovanni Mirasolo

1981 - U. S. ACLI - Palazzetto dello Sport (C/da Affacciata)
Titone Leonardo, ?, ?, Enzo Serra, ?, Tony Romeo, ?, ?, ?
Gaetano Piccitto, Gianfala (custode), Mulè, Paolo Vitale, ?


Enzo Serra, Gaspare Maielli, Gaetano Piccitto, Baldo Calamia, Franco Rinaldo, Pietro Glorioso, Francesco Volpe, Nicola Valenti, Giuseppe Renato Caliò, Tony Romeo, Peppe Pantaleo, Baldo Giacalone (allenatore)

mercoledì 12 gennaio 2011

Asilo Infantile

III Circolo didattico "Baldo Bonsignore" 
Maestra Maria Loiacono
Giusy Barbera

Anni '60 - Scuola Materna "Sacro cuore di Gesù"
Suor Michelina, Gallo, Tonino Pisciotta, Carmela Piccitto, Sandro Fichera, Pomilia, Enza Barracco

1961 - Scuola Materna Istituto "San Carlo Borromei" - via San Giovanni
Riconosco: Saretta Tumbiolo 

Le maestrine sono Caterina Morello e Concetta Oretano. I bimbi (orfani?) pronti per la Colonia Marina
1963/64 - Scuola Materna "Plesso Santa Caterina"
Bidella e maestra Lidia Pirrone
Michele Caci

1965/66 - Carnevale - maestra Adalgisa Perrone
Adalgisa Giacalone, Licia Buti, Giuliana Di Giorgi, Giancarlo Marino, Pierangelo Grimaudo, Ornella Casciola, Ciccio Basone, Nino Casciola

1966/67 - Asilo presso il "Sacro cuore di Gesù"
Suor Michelina, Licia Buti, Giovanni Cangemi

Recita
Licia Buti (la terza da destra) 

1966/67 - Scuola Materna - Maestra Angela Curti
Ciccio Basone, Licia Buti, Anna La Melia, Ornella Casciolo, Fabio Montalbano

1969 - Recita di fine anno - Teatro Cusmano
Nicola Catalano (penultimo)

Giacomo Mauro

domenica 9 gennaio 2011

Pensionamenti

Ogni bella avventura ha sempre un suo epilogo, per tutti arriva il momento di andare in pensione. In queste immagini degli anni Settanta sono raffigurati i festeggiamenti per alcuni insegnanti che hanno raggiunto l'agognato traguardo.


29/5/1976- Palestra delle scuole Elementari maschili "Antonino Castiglione"
I neo pensionati: Vincenzo Lombardo, Nicola Savalli, Antonino Catalano, Pino Romagnosi, Gaetana Bellitti Marino e il direttore didattico Vitale Incalcaterra


Amici, parenti e colleghi
Leonardo Pinta, Saro Catalano, Vincenzo Lombardo, Antonino Catalano, Caterina Catalano




sabato 8 gennaio 2011

Anni Quaranta Cinquanta

1937 - Piazza Municipio
Pasquale Villani (sotto canestro)

1939 - Marsala - Finale campionato provinciale
Riconosco: Ignazio Casubolo, Salvatore Ditta, Santi Burgio (1913/1999)


Totò Burgio dopo un incontro vittorioso


Ignazio Casubolo, Luciano Quinci, Andrea Casubolo, Nenè Signorello, Totò Burgio
in ginocchio: Franco Tumbiolo (francolino), Tumbiolo, Giovanni Arena

Campo "Nino Vaccara" - Campionato 1955/56
Lino Guida (il nonno), Luigi Emilio Vaccara (riserva), Romeo, Vittorio Di Stefano, Giovanni Arena, Enrico Spanò, Vincenzo Spina, Ingargiola

... prima dell'incontro con il Trapani
Lino Guida (il nonno), Luigi Emilio Vaccara (riserva) Antonello Sciaulino, Enrico Spanò, Gino Foderà, Vittorio Di Stefano (l'americano), Gaspare Paladino


Luigi Emilio Vaccara, Filippo Mauro, Nenè Signorello (allenatore), Enrico Spanò, Vittorio Di Stefano (capitano), Nicopino Signorello, Antonio Sciaulino, Enzo Spina, Gaetano Marrone


Salvatore Giacalone (mussu pittatu), Vittorio Di Stefano (l'americanu), Enrico Spanò, Salvatore Palermo, Giovanni Serra, Peppe Del Franco, Lallo Vaccara, Franco Spina

1955 - A.S. Libertas - (Esercito di Fanfani - sponsorizzata dalla D.C.)
Giovanni Venezia, Salvatore Torre, Sebastiano Argirò, Massimo polizzi, Mimì Bianco, Nino Norrito, Baldo Grillo, Nino Adamo, Paolo Ingargiola, Dino Ingrassotta


Sebastiano Argirò, Salvatore Torre


Salvatore Torre, Nino Ingrassotta