lunedì 20 luglio 2009

Bar

1928



Una ricevuta di una vendita del famoso Bar che ne documenta, anche, la sua esistenza negli anni venti
Extra Bar - Anni Quaranta Cinquanta
L'extra Bar è stato aperto da Nino Risalvato senior in via Garibaldi, (di fronte al negozio di abbigliamento di  Federico Di Giovanni). In seguito si trasferì nel locale (visibile nella cartolina) di proprietà di Giovanni Bonacasa e venne poi gestito dal figlio Giacomo. Alla scadenza del contratto, il locale divenne sede del Circolo "Unione sportiva Cacciatori", fondato nel 1911 in via Garibaldi e indi ivi trasferito. Il Risalvato acquistò i locali in via Nicolò Tortorici, dove aprì un nuovo bar e una frequentata Sala di Biliardo, gestita assieme al figlio Nino junior. Oggi è sede del bar - gelateria di Valentina Lamia, che ha anche affittato i locali dell'ex Ristorante "Il Gambero" (che era stato sede del biliardo Risalvato). L'Extra bar era il locale più inn dell'epoca. La piccola borghesia emergente, in estate si accomodava nei tavolini che venivano collocati all'esterno per godere della bella vista, concessa dalla fiorita villa comunale e dal mare nostrum, che portava, anche, tanto refrigerio data la calura della stagione. Si consumavano i rinomati gelati artigianali duri (credo la fette Moka e i Tarufi). Le granite di limone e al caffè. In quel locale, mi è stato riferito, che si organizzavano interessanti serate con musica d'ascolto, con pittoresca orchestrina. Talvolta grazie ai buoni rapporti col maestro Santi Antonucci di Alberobello, direttore della Banda comunale, si riusciva ad ospitare un cantante lirico che, dopo essersi esibito al Teatro Garibaldi, si concedeva con le migliori arie delle più note opere. Il più famoso fu Beniamino Gigli. In tal modo si cercava di attrarre la clientela benestante, appassionata di quel genere musicale, in voga a quei tempi. I meno abbienti, che normalmente non consumavano, affittavano le sedie e si sedevano ai margini per godere della bella musica. I ragazzi si sedevano sulla scalinata della Villa comunale.


La tabaccheria della Stazione venne gestita dal sig. Vincenzo Chiofalo dal 1958 al 2002. Essa aveva due entrate una dall'interno e una dalla piazza Alcide De Gasperi

1958
Il titolare davanti all'entrata che portava all'interno della stazione




Vincenzo Chiofalo con il barista dell'epoca Gaspare Pantaleo

Un'immagine degli anni sessanta



1964

Vincenzo e Marilisa Chiofalo con la sig.ra Elisabetta Di Gregorio

Bar Caffè Sardo - piazza Mokarta, con annessa pasticceria e tavola calda
Vito Sardo il titolare con un giovane collaboratore
(allora lo sfruttamento giovanile non era perseguito)

1968 - Una strana foto

Si tratta di una gara: il signore seduto sullo sgabello, Lorenzo Buscaino (emigrato poi in America del Nord), partecipa ad una gara, ha in mano un pollo e lo sta divorando. Non so in che consisteva la gara
Lorenzo Buscaino, Pietro Russo (vigile urbano), Giovanni Randazzo (agenzia disbrigo pratiche automobilistiche e non solo. Il suo ufficio era il portabagagli della sua auto, sta per consegnare una pratica ad un signore), Peppino Morello (col cappello), dietro Franco Romano (con occhiali) e Pino Giacalone (spasciavarchi)

Nel periodo estivo il bar montava tavolini all'esterno





Arena Centrale (o Vaccara) - Corso Umberto I


Approfitto per ricordare l'ubicazione degli altri Cinema Estivi all'aperto:
Arena Miraramare: in piazza Mokarta (dove poi Aurelio Burgio edificò la sua casa)
Arena Grillo, in via San Giuseppe dove poi sorse il Cinema Grillo
Arena Diana, nell'atrio delle Scuole Elementari Femminili di Santa Caterina
Arena Aurora, nell'atrio del'Asilo "Filippo Corridoni"

Bar Aurora
A sinista il Mokarta Club (circolo dei nobili o anche detto di "li vaddrarusa"), subito dopo l'Arena Vaccara (sede estiva del Cinema Vaccara che nei mesi estivi proiettava i films all'aperto, allora l'aria condizionata non esisteva e bisognava adeguarsi). Notare la casa dei Foraci (locatori dei locali del circolo), ancora, ad un solo piano 

Il bar conobbe vari proprietari. Il primo, a nostra memoria, il sig. Mario Genna, che lo denominò Bar Azzurro), poi fu ristrutturato e gestito negli anni Cinuanta, da Vito Giunta e da Baldassare Clemente, che in seguito emigò in Venezuela. Questi lo cedette, dopo una gestione decennale, al sig. Angelo Campanella, che lo ribattezzo, negli anni Sessanta, come Bar Aurora. Alla cassa vi era la moglie (vedi foto sotto)


La signora Campanella

esterno

interno
Nenè Modica, Ludovico Foraci, Girolamo (Mommo) Stabile, Gaspare Pantaleo, Pino Salvo (Picchi), Angelo Campanella, Vincenzo Licata, Vincenzo Gandolfo

Natale 1961
Mario Barracco (direttore Banca Cooperativa Commerciale), Angelo Campanella

Interno del bar
Angelo Campanella




11/1/62


Anni Settanta 
Bar Pierino - corso Umberto I° (angolo Largo della Palma)
Giuseppa Giacalone (proprietaria), Francesco Boscarino (fotografo)

Matteo Asaro, Nino Gancitano, due salemitani, Pini Sugamiele

Uno scorcio dell'interno
Nelle vetrine esposti prodotti del maestro pasticciere Pierino Calamusa (di scuola Svizzera)
che era all'epoca la migliore pasticceria cittadina, rinomata anche in provincia


Servizi per matrimoni e per serate
Paolo Di Dia, Pierino Calamusa, Giuseppa Giacalone, ?, Lorenzo Calamusa, Giovan Battista Mangogna, Filippo Lodato (barracchedda), Enzo Amabile, Nicola Vaccaro


Anni Ottanta
1981 - Inaugurazione del nuovo Bar Pierino - Corso Umberto I
(il secondo dopo l'incendio del primo) - Benedice i locali don Vito Calandrino
Leonardo Pinta, Pierino Calamusa, Giuseppa Giacalone, Pino Giammarinaro, Ginetto D'Andrea


Venne chiuso definitivamente nel 2000

Calogero Spanò, apprendista cameriere
Anni Novanta
Lungomare "Giuseppe Mazzini" - Bar Palermo (a destra subito dopo la scalinata)

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